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      Ma che il fanciullo debba astenersi dall'invidia per lo spavento d'averne veduta crepare una rana, chi 'l può credere in buona coscienza? Del resto, i piú savi scrittori intorno a siffatte materie hanno giá gridato tanto contra il mal uso delle favole nell'educazione de' ragazzi, e il discredito n'è ora sí generale, che il piú dirne sarebbe un lanciar sassi contra un cadavere.
      Dopo le favole vengono nel libro italiano le regole della civiltá; e su queste non ha luogo censura di rilievo, salvo che potrebbono essere meno aride e piú rivolte alla vera decenza morale che non all'esterna decenza delle abitudini.
      Il restante del libro contiene il catechismo, la formola delle preghiere, l'abbaco, e per ultimo il modo di servire la messa secondo il rito romano e secondo il rito ambrosiano.
      Per lo contrario, veggasi ora quel che si faccia dall'autore tedesco. Mirando egli non solo ad esercitare meccanicamente nella lettura il fanciullo, ma ben anche ad arricchirgli a poco a poco la mente di nozioni utili, facili e dipendenti in certo modo le une dalle altre, fa succedere al solito congegnamento delle sillabe una specie di vocabolarietto (pagina 14 e seguenti), ove registra sotto separati capi ora le diverse parti del corpo umano, ora le diverse parti d'una casa, e le diverse suppellettili, e le parti del vestito, e cosí via. Codesta enumerazione ei la interseca, mettendo in moto i verbi che indicano l'uso o determinano l'azione di chi adopera tale o tal altro oggetto, di chi si giova di tale o tal altra circostanza.


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Scritti critici e letterari
di Giovanni Berchet
Laterza Bari
1912 pagine 282