Pagina (264/282)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Ma, se lasciamo che la licenza cresca, che non governi chi ha da governare, che non obbedisca chi ha da obbedire, che l'impazienza tenga luogo della prudenza, e voglia conseguire in un giorno solo tutto quello che a maturare vuol tempo e tempo, io non veggo in fondo al futuro che un fantasma esosissimo. Non voglio dirne il nome, perché troppo mi suona orrendo: cerchinlo i miei elettori nella storia del passato, sia in Italia, sia fuori; lo troveranno dopo qualunque periodo di discordia e disordine sociale.
      La prego, egregio signor presidente, di perdonarmi, se mi sono lasciato andare ad aprire un pochino l'animo mio con lei e, per di lei mezzo, coi miei elettori; ai quali vorrei pure di qualche maniera esser noto, anche prima che la fortuna mi dia di visitarli e ringraziarli in persona.
      Mi giovo intanto di questa occasione per presentare a lei, egregio signore, le assicurazioni rispettose della mia stima.
     
      Di Pegli, 24 ottobre 1848.
     
     
     
     
      NOTA
     
      La raccolta piú ampia di prose del Berchet, pubblicata finora, è quella contenuta nelle Opere edite ed inedite di lui, date in luce da Luigi Cusani (Milano, Pirotta e compagno, 1863). Non è però completa, perché il Cusani non solo non riprodusse le traduzioni del Vicario di Wakefield del Goldsmith, del Visionario dello Schiller e del Telemaco del Fénelon (che non sembrò opportuno di raccogliere nemmeno in questo volume), ma anche o non ristampò o ristampò solamente in parte alcuni articoli del Conciliatore, che non gli parvero di grande importanza.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Scritti critici e letterari
di Giovanni Berchet
Laterza Bari
1912 pagine 282

   





Italia Berchet Opere Luigi Cusani Milano Pirotta Cusani Vicario Wakefield Goldsmith Visionario Schiller Telemaco Fénelon Conciliatore