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      La negazione a priori dell'autorità si risolve in un angelicarsi degli uomini e in uno sviluppo irrompente di un genio collettivo, quasi immanente alla rivoluzione, che si chiama iniziativa popolare. Il popolo, in questo sistema, è omogeneo, per natura e per impulsi. Tende a unificare i propri sforzi in lineare tendenza comunista. Il problema delle rappresentanze, il problema dei rapporti intercomunali, il problema della surrogazione dello Stato: tutto questo ha soluzioni o strettamente parziali o del tutto insufficienti perché ottimistiche o anacronistiche. Kropotkin non ci basta. E i nostri migliori, da Malatesta a Fabbri, non riescono a risolvere i quesiti che ci poniamo, offrendo soluzioni che siano politiche. La politica è calcolo e creazione di forze realizzanti un'approssimarsi della realtà al sistema ideale, mediante formule di agitazione, di polarizzazione e di sistemazione, atte a essere agitanti, polarizzanti e sistematizzanti in un dato momento sociale e politico.
      Un anarchismo attualista, consapevole delle proprie forze di combattività e di costruzione e delle forze avverse, romantico col cuore e realista col cervello, pieno di entusiasmo e capace di temporeggiare, generoso e abile nel condizionare il proprio appoggio, capace, insomma, di un'economia delle proprie forze: ecco il mio sogno. E spero di non essere solo.
      Se l'anarchismo non imbocca questa via, se chiuderà gli occhi per sognare i giardini in fiore dell'avvenire, se indugerà nella ripetizione di dottrinari luoghi comuni che lo isolano nel nostro tempo, la gioventù si ritrarrà da lui, come da un romanticismo sterile, come da un dottrinarismo cristallizzato.


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Umanesimo e anarchismo
di Camillo Berneri
pagine 88

   





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