«Per protestare contro l'uccisione di qualche operaio? – No.
«Per protestare contro una iniqua sentenza di classe, pronunciata dall'autorità giudiziaria? – No.
«Per solidarietà con qualche gruppo di operai-scioperanti? – No.
«Per resistere a qualche illegalità delle autorità politiche o amministrative? – No.
«Perché dunque? – Per protestare contro il Governo che minaccia di togliere all'arsenale di Spezia l'allestimento della corazzata Andrea Doria.
«Va da sé che alla prima occasione i sovversivi di Spezia insceneranno anche a casa loro qualche "solenne comizio" contro le spese "improduttive"».
È da notare che a capo di questo movimento di protesta... rivoluzionaria, si trovava una cooperativa, quella degli operai metallurgici (Giornale d'Italia, 24 aprile). E va notato pure che l'agitazione di Spezia si è manifestata nello stesso tempo in cui il Consiglio di Amministrazione della Casa Ansaldo lamentava nella relazione annuale di non avere sufficiente lavoro. Nello stesso tempo gli operai del cantiere Orlando di Livorno facevano dimostrazioni addomesticate per reclamare che lo Stato desse lavoro al cantiere Orlando (Avanti!, 14 maggio 1913). E i deputati di Napoli si recavano dall'on. Giolitti a chiedere «nuovi ordinativi per affusti, cannoni, spolette e proiettili» agli stabilimenti di Napoli, affinché non avvenissero nuovi licenziamenti di operai metallurgici (Corriere della Sera, 24 maggio). E i giornali clerico-moderati-nazionalisti spingevano avanti la campagna, affinché il Governo impostasse nei cantieri quattro nuove grandi corazzate.
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