L'idea comunalista, integrata con quella sindacalista e con quella associazionista libertaria, è in pieno sviluppo nel campo nostro fin dal 1871.
Quali sono le «vecchie formulazioni» dell'anarchismo? Sarebbe utile che G. L., per allontanare i sospetti di assorbimento e respingere le insinuazioni miranti a dipingere il giellismo come un movimento piccolo-borghese, intavolasse una discussione sul tema: anarchismo e giellismo. Questo, al di fuori del problema collaborazione. E al di sopra. Gli anarchici non sono disposti a fare, in seno a G. L., la parte che il rosmarino fa nell'arrosto. Essi hanno un programma proprio, un movimento proprio, e tra i giellisti non possono cercare e trovare che scambi d'idee, impostazione di problemi, riesame di teorie. Ma anche per questo genere di contatti i giellisti farebbero bene a rinunciare al titolo di libertari del XX secolo, anche perché non è passato un secolo da quando essi tenevano più a ingraziarsi i liberali e i socialdemocratici che gli anarchici ottocentisti. In cauda venenum? Ma veleno non vi è che in una dose veramente omeopatica. Quel tanto che occorre per attendere gli ulteriori sviluppi del giellismo prima di esaminare in sede politica il problema della collaborazione. Per ora accontentiamoci di discutere, non da cattedra ai banchi, ma... al caffè: tra avversari un poco cugini.
La mia è, evidentemente, una lettera meno simpatica di quella di Consiglio. Ma è certamente la lettera di un anarchico che crede all'anarchia e, ancor più, all'anarchismo.
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Consiglio
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