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      Che in un congresso del 1933 questo partito abbia parlato di repubblica del Nord, di repubblica del Sud, di repubblica sarda non è affatto una garanzia per chiunque sappia a che cosa si riduce il federalismo dell'U.R.S.S.: federazione coatta di cinquanta repubbliche nelle quali vige il dispotismo bolscevico, facente capo allo zarismo moscovita del Comitato centrale esecutivo e di Stalin.
      Che cosa sia il federalismo libertario non mi è possibile esporre qui, dopo aver già occupato tanto spazio, ma segnalo il fatto che in questi ultimi tempi sono usciti dei libri (in Argentina, in Francia e altrove) nei quali, sono esposti dei sistemi libertari nei quali i comuni, i sindacati, i consigli, i comitati, alla base, e le assemblee (regionali e nazionali) e le direzioni generali al vertice, vengono, almeno in teoria, a sostituire lo Stato, delineando un sistema politico in cui al governo degli uomini subentra l'amministrazione delle cose. Questo sistema è, per Proudhon, l'Anarchia. E lo è anche per tutti i socialisti libertari.
      Debbo confessare che l'opinione che mi sono fatta del federalismo di G. L. è scarsamente documentata e che sono sotto l'impressione, sfavorevolissima, di un'intervista di E. Lussu risalente al 1929, di un articolo (di Tirreno), dei Quaderni di G. L. risalente al 1933, nonché dell'art. 13 dello schema del programma giellista, così vago da parermi sibillino. Forse studiando tutto quanto avete scritto sull'argomento sarei diversamente disposto. Ma dubito che sarei del tutto soddisfatto, anche perché ho la presunzione di avere, sul federalismo, delle idee personali, per quanto riguarda l'Italia.


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Umanesimo e anarchismo
di Camillo Berneri
pagine 88

   





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