2) che la regione storica, utile a fini politici amministrativi, può diventare mortifera a fini economici e culturali, la regione agricola non coincidendo con la regione storica, la regione industriale variando da industria a industria e quasi sempre superando i confini dello stesso Stato federale. Perciò, anche in materia di regioni, pluralismo, elasticità;
3) che, specie dopo il fascismo, anziché rivalutare la patria regionale bisognerà sforzarci di superare o allargare la patria nazionale in cui si asfissia, facendola coincidere con la nozione di patria umana o umanità, espressione di valori essenziali comuni a tutti gli uomini indipendentemente dal sangue, dalla lingua, dal territorio, dalla storia;
4) che gli organi vivi dell'autonomia non sono gli organi burocratici, indiretti, in cui l'elemento coattivo prevale, ma gli organi di primo grado, diretti, liberi o con un alto grado di spontaneità, alla vita dei quali l'individuo partecipa direttamente o che è in grado di controllare. Quindi il comune, organo territoriale che ha in Italia salde radici e funzioni; il consiglio di fabbrica e di azienda agricola, organo o uno degli organi dei produttori associati; la cooperativa, organo dei consumatori; le camere del lavoro, i sindacati, le leghe, organi di protezione e di cultura professionale; i partiti, i gruppi, i giornali, organi di vita politica; la scuola, la famiglia, i gruppi sportivi, i centri di cultura e le innumeri altre forme di libera associazione, organi di vita civile;
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Stato Italia
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