Le diffamazioni pubblicate contro il P.O.U.M. sono così colossali che meriterebbero di essere raccolte a documento della malafede del Komintern e dei bonzi centristi. Basti ricordare, per citare un solo esempio tra i tantissimi, che il periodico del P. C. norvegese Ny Tid (numeri del 28-1 e del 16/17-2-37) è giunto a insinuare che Maurin, fucilato dai fascisti, sia vivo e vegeto e se la passeggi tranquillamente per le vie di Burgos. Che la campagna contro il P.O.U.M. sia ispirata da Mosca, è una delle tante prove che sono dei giornalisti ufficiosi, come Koltsov, che dirigono gli attacchi, fiancheggiati da interventi consolari del genere di quello del console russo in Barcellona che, in una nota alla stampa, ha denunciato La Batalla di essere «venduta al fascismo internazionale».
È Mosca che ha impedito alla Spagna antifascista di ospitare Trockij, che ha opposto il veto all'entrata della rappresentanza del P.O.U.M. nella Giunta di Difesa di Madrid e nel Consiglio della Generalidad di Catalogna. È Mosca che vuole il governo forte dal quale siano esclusi «gli insultatori dell'U.R.S.S.». Le diffamazioni e le minacce sono seguite dai fatti più incresciosi: a Madrid è stata invasa e devastata la sede della gioventù del P.O.U.M., giornali del P.O.U.M. sono stati sospesi e multati e si comincia a chiedere, da Treball e da Mundo Obrero, la soppressione del P.O.U.M. I fascisti, naturalmente, sono i soli ad approfittare di questo stato di cose. Il consiglio della Generalidad di Catalogna sospende per quattro giorni La Batalla e subito Radio-Burgos comunica che le divergenze in seno al Fronte popolare sono sempre più gravi e che il direttore de La Batalla è stato arrestato per aver pubblicato violenti articoli contro il governo di Valenza.
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