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      La J.C.I. afferma che per guadagnare la guerra occorre: la dissoluzione dei quadri dell'armata borghese; la mobilitazione generale della gioventù; la direzione militare unica; l'epurazione delle scuole di guerra e la preparazione militare della gioventù; lo sviluppo di una potente industria di guerra e l'organizzazione del lavoro volontario ed obbligatorio per la guerra; impiego dei detenuti fascisti nei lavori di fortificazione.
      La J.C.I. non rinuncia alla rivoluzione proletaria, che è per essa tutt'uno con la guerra civile e che deve creare una nuova economia proletaria caratterizzata dalla socializzazione della grande industria, delle banche e della terra, dal monopolio del commercio estero e dalla municipalizzazione dei servizi pubblici. Non tutto questo programma, che ho dato nei suoi punti salienti, coincide con le nostre rivendicazioni attuali e con le nostre aspirazioni, ma nessuno di noi potrebbe tacciarlo di essere contro-rivoluzionario.
      Se il P.O.U.M. fosse una forza politica predominante in Spagna, la nostra critica avrebbe materia sulla quale incidere. Ma oggi il P.O.U.M. è una forza considerevole nella lotta antifascista e nella resistenza al soffocamento della rivoluzione, sì che le divergenze teoriche tra noi e lui sono ben poca cosa di fronte alle attuali e alle possibili convergenze sul terreno dell'azione.
      Molti motivi di critica, molte formule di agitazione del P.O.U.M. aderiscono alla realtà e sono potenziatrici dello sviluppo della rivoluzione sociale spagnola.


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Umanesimo e anarchismo
di Camillo Berneri
pagine 88

   





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