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      Se mostrerò indulgenza per la donna, sarà perchè con Heine sono disposto a ripetere: « Oh, le donne! Noi dobbiamo perdonar loro molto, perchè amano molto». Se esalterò la missione della donna, non cadrò nel retorico femminismo che l'adula, poichè credo che se le sorti dell'umanità sono, in gran parte, racchiuse nel cavo delle mani della donna, non siano le mani troppo morbide e levigate della donna oziosa, o quelle troppo ruvide e incallite della schiava della casa o dell'officina quelle che possono porre in un terreno nuovo il germe della futura generazione. L'emancipazione della donna risulterà dall'emancipazione di tutto il genere umano. Ma, intanto, bisogna finirla con quell'equivoco mascolinismo femminile che sdottoreggia e flirta nei salotti delle signore e con quel volgare femminismo maschile che brutalizza la donna per assicurarsi la femmina.
      Niente apologie, niente madrigali, niente paradossi, niente programmoni. Io non sono nè un conferenziere da Lyceum femminile, nè un letterato da copertine chiuse, nè uno che scrive sulle pareti delle latrine o per il gran pubblico. Sono semplicemente un uomo che non crede morta nè ridicola la donna onesta, che conosce la sanità spirituale che è nella famiglia, che pensa e sente la questione femminile come uno dei principali e più gravi aspetti del problema sociale. Per questo non posso infilare paradossi e schioccare spiritosaggini. La commedia della garçonne mi pare grottesca. Dietro la maschera della femmina vedo il volto tragico della donna.


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L'emancipazione della donna.
Considerazioni di un anarchico
di Camillo Berneri
pagine 60

   





Heine Lyceum