E non si portino in ballo le adultere, o le fanciulle che cedono con facilità! Tra le seconde molte ve ne sono che affrettano il possesso per tema di essere abbandonate, per gelosia delle altre donne, per generosità. Se si danno in una folata di sensualità, ben diversa rimane la loro posizione spirituale nell'atto che le accomuna col maschio. L'abbandono della donna ha per condizione baci infuocati, tante carezze maliziose, e quando, dopo il primo amplesso, ordinariamente doloroso e spesso disgustoso, essa si dà di nuovo, non è tanto il sesso che la trascina, quanto il cuore. E, fredda, sopporterà le esigenze sessuali e, talvolta, gli eccessi dell'amante. E, sana e ancora ingenua, scenderà alle oscenità, per renderlo contento. E affronterà il pericolo della gravidanza, giocando il proprio avvenire sull'erba di un prato o in una camera ad ore per dimostrarsi tenera e fiduciosa.
Quanto alle adultere sono meno indulgente. Capisco la lotta fra l'amore per i figli e quello per l'amante, la pietà per il marito e la passione, e in certi casi sono disposto anche alla difesa.
Ma, in generale, la commedia dell'adulterio è vile, profondamente disonesta. L'adulterio è la menzogna. Ma non è vero che l'adulterio femminile sia, comunemente, determinato dalla insoddisfazione sessuale. Il fatto che l'adulterio femminile è piuttosto frequente mentre l'amore coniugale è, nella donna, comunemente, meno sensuale, più calmo, più elevato, quindi più costante, che nell'uomo dimostra che la moglie che tradisce non sempre cerca il maschio vigoroso invece del marito fiacco, ma spesso cerca, invece, l'uomo spiritoso invece del marito melenso, l'uomo generoso invece del marito vigliacco ed egoista, l'uomo che può idealizzare invece dell'uomo che gli si è rivelato in tutta la sua nudità ributtante.
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