L'amore di madre sarà esclusivo, sarà spesso più istintivo che spirituale, sarà pregno, qualche volta, di egoismo, ma è forte, e di una evidenza così solare che sarebbe superfluo parlarne, se qualcuno non fosse giunto a sofisticare su di esso, basandosi sulle eccezioni, le quali non valgono, poichè sono rare e spiegabili mediante determinanti esterne, o degenerazioni generali. Perfino la più tipica anormalità della donna madre, l'infanticidio, non infirma l'università dell'istinto materno.
Infatti, per moltissime infanticide, quasi tutte povere, moralmente grazze e vittime di volgari seduzioni o di brutali violenze, l'atto delittuoso è determinato da momentanea follia. Non è sempre il desiderio di salvare sè che spinge la madre al delitto, ma è, spesso, il pensiero angoscioso delle privazioni, dei pericoli che il figlio incontrerà nella vita(6). L'infanticidio è, in molti casi, una forma di quasi suicidio. La psicologia giudiziaria ha messo in luce i rapporti tra il suicidio e lo omicidio. Ebbene, io affermo che è, nella donna normale, il suicidio della madre. La infanticida vorrebbe amare il figlio. Non lo può. L'istinto prepotente cozza col pregiudizio radicato. I sentimenti di tenerezza pel figlio riaprono ed abbruciano la piaga del rancore verso il seduttore. L'affetto per la creatura le fa parere ancora più buio l'avvenire. Essa si persuade che ha creato un infelice, che la vita è una continua pena. E uccide, quando l'oscuramento della coscienza, proprio della psicosi puerperale, rallenta, o spezza, i freni inibitori.
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