Il dissidio si perpetua, come dimostrano le statistiche del celibato, le cronache degli uxoricidi e dei divorzi, la quotidiana esperienza. La famiglia dà materia alle pochades, al romanzo pornografico, al giornale satirico. Per trattare esaurientemente delle cause della crisi familiare ci vorrebbe un volume. Accenniamo.
L'uomo che si sposa è, quasi sempre, stanco del postribolo, dei pasti in trattoria, del controllo familiare. Il matrimonio è, per molti, un porto con relativo bacino di carenaggio. Mentre l'uomo esige netta la fedina anatomica della fidanzata, poco si cura della sua intelligenza, della sua salute fisica e morale. Le qualità della sposa sono estetiche, o catastali! L'uomo porta nel matrimonio l'oscena esperienza postribolare, con relativi gusti e modi, quando non vi porta le malattie veneree(8). Passata la luna di miele, che spesso è un quarto, il marito, quando non è stanco, considera la moglie una necessità pratica. La moglie è quella donna che il mattino prepara il caffè, a mezzogiorno e alla sera fa trovare pronta la tavola, e la notte offre uno sfogo sano e gratuito.
I matrimoni d'amore sono più rari. Il matrimonio tende sempre più a diventare la pensione dell'amore: una accomodamento affettivo, o una soluzione economica.
Se si interrogano gli uomini, le risposte oscillano tra questi argomenti: «Io, prender moglie? Fossi pazzo! Mi voglio divertire. Se mai, ci penserò più avanti»; «Sì, metter su famiglia a questi lumi di luna! E poi, chi sposo? Con le ragazze di oggi!
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