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      La madre educa insieme con la mente e col cuore, col precetto e con l'esempio; essa sola è inseparabilmente educatrice dell'intelletto e del sentimento. La dolcezza nell'espressione degli affetti non superabili, la pazienza, la costanza, la diligenza, l'amore dell'ordine, il senso del dovere e del sacrificio, tutto ciò s'insinua dalla madre nell'animo del bambino insieme con le prime impressioni della vista e dell'udito. Sovente si ripete che sui banchi della scuola si decide l'avvenire di un popolo: noi vogliamo dire piuttosto che esso si asside sulle ginocchia delle madri»(10).
      A coloro che oppongono che l'ambito effettivo della famiglia è ristretto e che questo costituisce un ostacolo al dilatarsi della simpatia umana, rispondeva, vari anni or sono, un uomo insospettabile di pregiudizio borghese, di moralismo tradizionalista: Errico Malatesta. Trattando della questione, tanto trattata, e spesse volte bistrattata, dagli individualisti, egli osservava, acutamente: «nonostante il regime di oppressione e di menzogna che è sempre prevalso e che prevale ancora nella famiglia — essa è stata e continua ad essere il più grande fattore dello sviluppo umano, giacche è soltanto nella famiglia che l'uomo si consacra normalmente all'uomo e compie il bene per il bene, senza desiderare altro compenso all'infuori dell'amore della compagna e dei figli.
      Ma, si osserva, eliminate le questioni dell'interesse, tutti gli uomini diverrebbero fratelli e si amerebbero.
      Certamente non si odierebbero più, di certo il sentimento di simpatia e di solidarietà si svilupperebbe molto, e l'interesse generale degli uomini diverrebbe un fattore importante nella determinazione della condotta di ciascuno.


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L'emancipazione della donna.
Considerazioni di un anarchico
di Camillo Berneri
pagine 60

   





Errico Malatesta