Il lavoro extradomestico è, dunque, pericoloso per la salute morale e fisica delle ragazze.
Cap. VIILA MADRE OPERAIA
La forza d'un popolo sta nelgrembo delle donne fiorenti.
LICURGO
Alle operaie nubili si aggiungono quelle vedove e le mogli dei lavoratori che guadagnano insufficientemente. Il numero delle lavoratrici è enorme(22), ed enorme è il numero delle madri operaie. E questo per necessità. Lo riconoscono anche gli economisti borghesi. Tra questi il Pantaleoni, che scrive: «Non vi è alcun pericolo che la donna, la quale non ha bisogno di lavorare in una fabbrica, ci vada per puro gusto. Tra le cose gustose non pare che ci sia anche quella lì! Se la donna maritata va alla fabbrica è segno che a casa non c'è abbastanza da mangiare per essa, per i suoi figli, e per il marito, con il solo lavoro del marito, o che al marito non c'è alcun modo pratico di fargli dare quanto basti per la moglie e per i figli, anche se egli guadagni abbastanza».
Il lavoro industriale delle madri rappresenta un pericolo per la salute ed il vigore di tutta la nostra civiltà industriale. La colpisce alle radici, cioè nel ventre della donna. E la colpisce doppiamente, come vedremo.
La donna esplica, nei riguardi della trasmissione ereditaria delle malattie, una funzione correttiva (Orchansky), fino al punto, afferma il Vicarelli, «che è dato osservare come uno stato di sana costituzione e di prospera salute dell'organismo materno possa assai spesso compensare, controbilanciare o, per meglio dire, beneficamente agire sopra un prodotto di concepimento da sole cause paterne in vario modo compromesso».(23)
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Pantaleoni Orchansky Vicarelli
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