Neera ammonisce le donne:
«Fare ciò che fa l'uomo equivale a rassomigliarlo, ciò che è un male per l'armonia della natura. Fare ciò che fa l'uomo vuol dire non aver più tempo o non averne abbastanza per compiere ciò che spetta alla donna, ed è un male per l'economia domestica. Fare ciò che fa l'uomo vuol dire rinnegare tutte le virtù e tutti i trionfi del nostro sesso. Questo, lo so, si chiama femminismo; ma è un femminismo in senso inverso, un grande errore».
Io ammonirei gli uomini, ma ci vorrebbe un libro.
Mi basta di aver reso evidente che vi sono tanti aspetti della questione dell'emancipazione femminile quante sono le classi, le categorie delle donne, Aggiungo: quante donne che ci sono e ci saranno.
Non c'è la donna che vuole emanciparsi, ma ci sono delle donne che vogliono emanciparsi. Ed ognuna deve cominciare da se stessa l'opera di liberazione. Ma libertà è vuota formula, pericoloso desiderio, volgare pratica se non si sa quale libertà sia degna di noi, sia utile alla società.
La garçonne è la pupattola che si emancipa nella frivolezza e nella corruzione, cioè distruggendo in sè la femminilità nelle sue forme più alte. Quello che ci vuole è la ragazza che cerca di rivendicare i propri diritti, cercando di acquistare maggiore coscienza dei propri doveri. Questa ragazza ce lo darà l'ordine nuovo, cioè quella società che permetterà alla donna di non essere maschio nel lavoro, nè femmina nell'amore. Per ora non ci rimane che aggiungere agli sforzi della lotta per l'emancipazione sociale, un'assidua opera di propaganda, di educazione.
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Aggiungo
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