Togliamo al rapporto sessuale il sapore del mistero, l'attrattiva del frutto proibito, sfrondandolo dei fronzoli moralistici e letterari. Facciamo sì che le ragazze abbandonino i tradizionali quanto artificiosi pudori, arte scaltra di civetteria o fariseo conformismo. I fervori acerbi, le aspirazioni romantiche della fanciulla, della giovinotta non debbono essere rinfocolate da un'Arcadia di sentimentalismi, né debbono essere contaminate da una spregiudicatezza volgare. La ragazza deve crescere conscia del suo destino sessuale, ma questa consapevolezza non può essere ridotta all'istruzione sessuale, igienista, eugenetica ecc., bensì aver luce e calore da discorsi aperti e, al tempo stesso, rispettosi, da letture veriste sì, ma non pornografiche, da esperienze di vita che non costino più dei vantaggi che essa ne può ricavare. Sappia la ragazza, i pericoli del matrimonio, la corruzione maschile, ma non fino ad inaridire la generosità, a uccidere il sogno, ad aver disgusto per l'uomo: il che le varrebbe aver nausea della vita. Si prepari ad essere moglie e madre, ma non voglia, come predicano alcuni, sbizzarrire per rinsavire, fare esperienza della vita fino a berne la feccia, che il piacere diventa insipido, per chi ha conosciuto la voluttà chè l'amore che dice «sempre» si rende difficile, quando s'è gustato, il fascino dell'avventura che rivela o prepara il nuovo. La gelosia retrospettiva è viva nell'uomo. La donna che si è data ad altri non è mai interamente la donna che si è presa noi.
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Arcadia
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