La ragazza che fa la giovinotta può incontrare un amante; difficilmente incontra il compagno costante. E la donna aspira a questo. Anche quando non lo dice, anche quando non lo vuole con chiara coscienza.
Sia più libera, la ragazza! Ma libertà è licenza, cioè inferiorità individuale e danno sociale, quando non sia padronanza di sè!
Quando incontra un uomo che le piace, la donna si dia a lui. Sarà onesta, se è sincera nella manifestazione del suo affetto, se sarà certa delle proprie intenzioni, se si sentirà la forza di lasciarlo, quando egli non si mostri degno, o si stanchi, o quando essa sente di non potergli essere fedele. Sarà libera, sarà veramente emancipata, se non si lascierà sedurre dall'eleganza del vestire o dalla grazia della parola, o dalla ricchezza, o da altra cosa che non sia fermezza di carattere, intelligenza, bontà.
Perchè due libertà si accordino, è necessario che creino un legame intimo, un campo di interferenza sentimentale ed intellettuale. Altrimenti la libertà è la tragedia di un amore che muore, mentre l'altro vive, della madre che toglie i figli al padre, dell'uomo che cerca l'amore fuori di casa, della donna che recita la commedia dell'adulterio. Cioè una libertà che fa soffrire, od abbassa. Verrà il giorno nel quale la donna sarà libera. «Il giorno — dice Roberto Bracco — in cui la vita e l'onore saranno la stessa cosa per l'uomo e per la donna; quando la personalità muliebre sarà plasmata e non trarrà più dal suo sesso medesimo nè vantaggi illusori nè gli svantaggi della inferiorità sociale, allora essa avrà anche limitato la cause delle transazioni o delle rivolte funeste; allora la dottrina del piacere, della bellezza e della forza e quella morale e della pietà saranno la stessa cosa.
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Roberto Bracco
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