Udite come loda quello Scaligero signor di Verona:
Questi non ciberà terra né peltro,
ma sapienza amore e virtute,
e sua nazion sarà tra Feltro e Feltro .
Grand’uomo era, certo, costui, che mangiava sapienza e virtù, non essendo assai ghiotto di peltro o di sabbia; e Verona contrassegnata da due termini si precisi, come è Feltre nella Marca trivigiana, e Montefeltro verso Urbino, non è bella geografia? Oh possanza d’una rima bestiale! Il peggio è, che tai rime son gioielli per Dante.
Pape Satan, Pape Satan aleppe,
cominciò Pluto con la voce chioccia ,
e così par che vada cercando il suo malanno per tutto quel canto, di rima in rima sempre più stravagante:
Così scendemmo nella quarta laccaprendendo più della dolente ripa
che ’l mal dell’universo tutto ’nsacca:
ahi giustizia di Dio, tante chi stipanuove travaglie, e pene quant’i’ viddi,
e perché nostra colpa sì ne scipa? .
E di que’ malavventurati? Chi volta pesi a forza di poppa, e voltando a retro e gridando anche loro ontoso metro. Poi dimanda:
che gente è questa, e se tutti fur cherciquesti chercuti alla sinistra nostra.
Ed egli a me: Tutti quanti fur guercisì della mente in la vita primaia,
che con misura nullo spendio ferci.
Assai la voce lor chiaro l’abbaia,
quando vengono ai duo punti del cerchio,
ove colpa contraria li dispaia.
Questi fur cherci che non han coperchiopiloso al capo, e papi e cardinali,
in cui usa avarizia il suo soperchio.
E così va seguendo a dar del capo in rime strabiliate, e che portano sempre mala ventura, sicché è proprio una cosa infernale.
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