Pagina (54/205)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Gli antichi romani ignorarono tutto questo, e signoreggiavano tutta la terra.
      Ma venghiamo alla poesia. Non ho potuto tacervi, amici italiani, le nuove cose da me vedute, perché d’alcune purghiate la patria, se far si può, e d’altre intendiate la vanità e la follia. Così avvenisse pure degli abusi poetici e letterari che allignan tra voi! Per non annoiare me e voi lungamente parlandone, eccovi, in poco, i giudizi che greci e latini portarono intorno a’ vostri scrittori, poiché dalla terra tornato agli Elisi recai loro certe novelle de’ vostri poeti, esaminati da me senza passione e con diligenza. Questi egregi maestri pensarono che a far risorgere l’ottima poesia nell’Italia dovesse in prima scemarsi la vasta ed inutile multiplicità de’ poeti e dell’opere loro; l’ottimo eleggersi, e di quel farsene quasi un sacro deposito, ad esempio della gioventù che nacque alla poesia. Eccovi adunque la lor sentenza.
      Scelta e Riforma de’ poeti italiani per comodo della vita e della poesia.
      Tutti gli antichi, o contemporanei di Dante, si consegnino alla Crusca, o al fuoco.
      Dante sia posto tra’ libri d’erudizione, siccome un codice, e monumento d’antichità, lasciando alla poesia que’ cinque canti incirca di pezzi insieme raccolti che gli antichi stimarono degni nella Lettera Terza.
      Petrarca regni sopra gli altri, ma non sia tiranno ed unico. Si ripurghi di una terza parte inutile, e le due parti stesse migliori abbian notate in margine, per evitarsi dai giovani, alcune rime forzate, alcune strane parole, alcuni modi viziosi, e tutte le fredde allusioni, colpe del suo secolo.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Lettere Virgiliane - Lettere Inglesi e Mia Vita Letteraria
di Saverio Bettinelli
1758 pagine 205

   





Elisi Italia Riforma Dante Crusca Lettera Terza