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      E così certo mostrate, o Miladi, di ben conoscere la vera amicizia, rendendo quanto si può ad un amico illustre la vita, e la cara ombra consolandone in parte, se alcun senso là giugne de’ nostri affetti, con questo segno di fedele memoria. A consolarla però vie più dolcemente, mi permettete di un poco parlarvi a suo nome, com’egli sovente di voi mi parlava, e com’egli pensa fors’anco e m’ispira.
      Io mi protesto, o Miladi, che il vostro nome non pongo in fronte di questo libro per farvi onore o piacere, né temer voi dovete d’incontrar nelle lodi solite darsi all’altre donne in istampa, e di cui sentono vanità. Intendo solo di far onore al vostro sesso e al nostro secolo presso gli uomini che verranno, i quali avran certo le donne del tempo nostro in pochissimo pregio, dovendo essi stare alle storie pubbliche de’ costumi presenti col testimonio degli scrittori, or galanti, ora scenici, che mettono il loro studio in dipingere e mordere i femminili difetti. Perché quai memorie, nel vero, nei costor libri, se pur tanto vivranno, quai ritratti vedrà l’Ottocento, delle femmine d’oggidì? Una vita molle ed inutile, una vita sciocca e puerile, i corteggi, i serventi, i galanti, l’occupazioni perpetue della toletta, lo studio delle mode, le rivalità, le invidie, le maldicenze di tante, e infin la misera educazione, l’eterno ozio, l’ignoranza di tutte. Le quali pitture, facendone poco onore presso i nostri nipoti, a credere gl’indurranno né merito né virtù esservi stata in Europa nel Settecento, poiché le donne, signoreggiando, debbon seco ad egual condizione trar gli uomini, e farli donne.


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Lettere Virgiliane - Lettere Inglesi e Mia Vita Letteraria
di Saverio Bettinelli
1758 pagine 205

   





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