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      Ciò sarà egli creduto?
      Pure, a renderlo meno incredibile io non tacerò i vostri difetti, come avrebbe fatto un panegirista. Dirò, insomma, che, con tante prerogative da rendervi singolare tra l’altre donne, voi non vi vergognate d’esser donna, avete la bontà naturale al vostro sesso, la semplicità delle maniere, una certa modestia spontanea, per cui talora arrossite pudicamente, come una donna del tempo antico. Non vi vergognate d’essere devota, non osate comparir erudita o nella storia o nella religione o nelle belle lettere, benché lo siate più dell’ordinario, e vi guardate dal citare alcun testo, anche in cerchio di letterati, o d’Orazio o del Petrarca, e non volete decider mai le letterarie questioni, che si rimettono a voi spesso nella conversazione. Il che, a dirvi la verità, è al nostro tempo un’affettazione, come lo era il contrario in altri tempi. E questi difetti in voi si veggono anche al vestirvi, all’ornarvi, alle maniere, al suon della voce, agli argomenti de’ vostri discorsi, che tutti sono relegati nella donnesca semplicità naturale de’ secoli non raffinati.
      Con questa sincera confessione di questi e d’altri difetti vostri, spero d’ottener fede presso i più increduli, e, se molte donne sì fatte potessi io rammentare ai posteri nostri, giustificar presso loro potrei quell’ascendente che sopra gli uomini han preso nel nostro secolo. E, se i posteri opinassero per avventura (perché chi può preveder le opinioni, la filosofia, il costume dell’Ottocento?) contro il poter delle donne, vorrei convincerli che non l’intendono, e che, ben usandolo, è questo un vero dono della natura, uno stromento principalissimo della comune felicità, una sorgente di tanti beni, quanti mali ne nacquero per l’abuso fattone insino ad ora.


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Lettere Virgiliane - Lettere Inglesi e Mia Vita Letteraria
di Saverio Bettinelli
1758 pagine 205

   





Orazio Petrarca Ottocento