Perché più efficaci insegnamenti e più forti esempli non ponno aversi quanto da tai maestri che cominciano ad impadronirsi del cuore e giungono in fondo all’anima per la via più sicura; e, se è così scritto nel libro grande degli umani destini, che gli uomini debbano sempre essere quali vorran le donne che siano, avrem noi bel fare da padroni, da legislatori, da giudici, da magistrati, da capitani, da dottori e da tiranni: noi sarem sempre sotto i giudìci e il comando e il saper delle femmine. Sicché bisogna sperare o che nascano delle donne capaci di formare se stesse alla virtù, alla generosità, al bene, o educarle in guisa che sentano il pregio della virtù, della generosità, del bene oprare. E allora sarem noi pure uomini virtuosi, cittadini, padri di famiglia, soldati, al bisogno, ed eroi, senza più disputare a qual metà del genere umano tocchi il comando legittimo, a quale l’ubbidienza, la qual disputa sarà sempre indecisa, sinché gli uomini contraddiranno a se stessi di qua con le leggi, di là coi costumi, come han fatto sinora.
Che se, nulla ostante, la posterità, presso cui d’ordinario poca fede e poco rispetto ottengono i trapassati, pur negasse credenza alle mie prove, allora, Miladi, non mi rimarrà scampo, fuorché citandole testimoni e mallevadori de’ detti miei. Al qual passo arrivato, io mi tengo sicuro della vittoria d’ogni incredulità, avendo a sostegno della mia causa non pure il fior più eletto della città, ma la nazione in gran parte e i personaggi più illustri di quella, e delle straniere eziandio.
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Miladi
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