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      Non v’ha forse alto signore, o principe, o capitano, o prelato, o magistrato distinto, che voi non abbia voluta vedere, o a cui non abbiate voi, or per titolo di parentela, or per uffizio di gentilezza, usate gran cortesie, e, per dirlo con formola usata, fatti gli onori del vostro paese. Quanti, adunque, non troverei, negli ordini più autorevoli della nobiltà e del clero, e ancora delle accademie, sicuri e sperimentati testificatori de’ meriti vostri? E, ciò che farebbe non meno autorità che sorpresa, sarebbero i milordi ottogenari, che sempre ebbero presso voi buon accoglimento, maravigliando ogni persona non so qual più, o voi che potevate gustare d’una conversazione sì antica in sì giovane età e preferire il serio e posato stile della prudenza al lusinghevole e grazioso della galanteria, o essi stessi, che conservavano ancora, in tanta stanchezza degli organi, un gusto, un sentimento, assai delicato per potere con esso assaporare le grazie e le finezze del vostro spirito, che, quantunque si tenga nei confini del naturale e del sincero pensare, pur non è mai che non abbia un colore, un contorno, una certa aria di vivacità e d’ingegno fuor del volgare.
      Ma voi siete impaziente di leggere non pure i pensieri e i sentimenti, come questi sono dell’amico nostro carissimo, ma le sue parole medesime. Io vi lascio con lui, o Miladi, e con le sue lettere, assai contento che piacciano a voi, che le bramaste veder pubblicate, senza molto pensare a quel che il pubblico ne dirà, del qual sappiamo abbastanza se si debbano numerare o pesare i suffragi.


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Lettere Virgiliane - Lettere Inglesi e Mia Vita Letteraria
di Saverio Bettinelli
1758 pagine 205

   





Miladi