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      E al contrario gli uomini dotti e di merito non vi hanno quel credito che lor si dovrebbe, anzi spesso si trovano esposti alla critica, cioè agl’insulti e alle insolenze d’ogni più vile scrittore. Quindi son timidi, circospetti, e non fanno quel bene alle lettere, che farebbero, co’ loro studi, se fossero più sicuri e avessero la conveniente autorità. Là dove in Londra e in Parigi, dove sono raccolti tanti grand’uomini e posti in luogo elevato, onde tutta la nazione vede la loro luce e la rispetta, essi fanno, dirò così, un corpo difeso e unito, onde non temono fuorchè i loro pari, e intanto la plebe de’ poetastri, de’ gazzettieri, de’ libercolanti va strisciando nel suo fango e non giunge a noiarli. Costoro son fuochi fatui, che spariscono subito senza far torto ai pianeti, sono effumazioni, che il sole dilegua e strugge. Ma in Italia, dove non è un sole, dove i pianeti sono radi o troppo dispersi, un vapore diventa una nuvola, e si fa un turbine, una tempesta, d’ogni piccola esalazione. Questo male è comune in Italia a molte classi e generi di persone. V’è la stessa diversità nel vestire e nelle mode: benchè tentino d’aver tutti le mode di Francia, non ci riescono, perché ogni provincia le accomoda a sé, le riceve più tardi, le varia, onde si vedono le cuffie e le parrucche di un secolo vicino a quelle d’un altro, un guardinfante rotondo con un ovale, le buccole della Montespan col chignone della Pompadour. Nel giro d’Italia d’un anno potreste fare la storia dei vestiti e delle mode d’un’età intera col fatto alla mano.


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Lettere Virgiliane - Lettere Inglesi e Mia Vita Letteraria
di Saverio Bettinelli
1758 pagine 205

   





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