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      Vediamo se dico il vero, e sol ricordatevi che parlo in confidenza e tra noi soli.
      Prima dirovvi ch’è difficile fare il carattere dell’inglese, che propriamente non ha carattere uguale e universale per una perpetua contraddizione di sé con se stesso, e per una differenza notabile tra uomo e uomo, anzi tra lo stesso uomo in vari tempi. Ma forse questo può essere appunto il suo carattere, se n’ha alcuno, cioè il dar negli estremi. Il genio più generale e dominante è la taciturnità, la serietà e la solidità, e quindi la fermezza, l’intrepidità, la fedeltà, la prudenza ed altre doti di questo genere. Ma, quando una passione ci prende, diamo in tutto l’estremo contrario. L’amore decide di tutto il nostro essere se ci soggioga, e ci fa perdere la ragione o la vita. Siamo sobri sino alla frugalità, o ubbriachi sino alla brutalità; o fedeli alle mogli, anzi veri amici, o lor tiranni e carnefici furiosi; economi nel commercio e attenti alla famiglia, profusi e prodighi quando spendiamo, a segno di ridurci alla mendicità; fanatici per la patria o violatori di tutte le sue leggi, e venduti al danaro e alla seduzione apertamente; entusiasti per una religione o sprezzatori di tutte; attaccatissimi all’amor della vita, onde tanti van lontano, in esiglio volontario, per curarsi e vivere qualche giorno di più, o pronti a darci un colpo di pistola ben aggiustato per un’emicrania. L’ozio e la vita sedentaria è a noi carissima, e andiamo all’estremità del mondo continuamente. Odiamo la monarchia, e facciamo assidua corte al re servendolo a tavola ginocchioni.


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Lettere Virgiliane - Lettere Inglesi e Mia Vita Letteraria
di Saverio Bettinelli
1758 pagine 205