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      Ogni città ha la sua gran quistione, o medica, o fisica, o di scienza, o di poesia, e, se mancano mai queste, vi saranno(26) due speziali, due fabbricatori di lunari, che metteranno l’incendio in tutte le conversazioni e i caffè. Il più funesto effetto di ciò, è quello di ritardare i buoni studi, e di sedurre gli uomini dotti e di merito che farebbono onore alla nazione. Non posso dirvi come io restai sorpreso, nel visitare a Verona quel grand’uomo del marchese Maffei, che in Inghilterra aveva udito esaltar sempre tra i primi d’Europa. Io lo vidi poco innanzi al suo morire, assalito indegnamente da tutte le parti in materie ben differenti dal suo stato, e in fin divenuto a settanta anni la vittima della pedanteria, perdendo il suo tempo e la sua dottrina in rispondere e ripulsare gl’insulti, le cabale e le villanie monacali d’ogni più vile avversario. Egli stesso dolevasi di sì trista fatalità, e piangeva le sue opere d’antichità, di diplomatica, di belle lettere, che gli stavano imperfette e tronche, mentre occupavasi in altre, che ben sapeva essere destinate all’oblivione, come son tutte le controversie fratesche. In somma, io vidi un letterato illustre morto alle lettere ed alla patria, ch’egli unicamente amava, dieci anni almeno prima della sua morte. Credereste? Nessun grand’uomo italico è stato esente da questa umiliazione. Muratori, Gori, Serau, Zanotti e infiniti, che ho conosciuti e trattati, m’hanno tutti parlato delle lor dispute letterarie, e, mentre erano venerati in tutta l’Europa, avevano a soffrire degli strapazzi solo in Italia e nella patria.


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Lettere Virgiliane - Lettere Inglesi e Mia Vita Letteraria
di Saverio Bettinelli
1758 pagine 205

   





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