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      Or come volete che un uomo di lettere e di genio pacifico si esponga a così fatte maniere ostili? Tace e nascondesi e, se pensa un poco diversamente dagli altri, cioè senza pregiudizi, si guarda bene dal farsi conoscere; poiché pregia assai più la sua quiete che una gloria tanto pericolosa, e lascia che ognuno pensi a suo modo, per poter vivere con onore mediocre e con sicurezza. Gli uomini di buon gusto e di buone lettere veramente, sono appunto modesti e pacifici; e gli altri, sono insolenti e strepitosi. Questi dunque domineranno, e con loro le loro opinioni e i lor partiti. Sul mio partire d’Italia n’ebbi la prova più certa, per occasione di quelle Lettere di Virgilio scritte dagli Elisi all’Arcadia intorno ai poeti italiani(37). Mi trovava in Venezia, vivea con alcuno de’ più interessati nella faccenda, ed era amico, siccome voi, di quel pulitissimo cavaliere, che amò tanto le lettere virgiliane e le pubblicò, cioè il signor Andrea Cornaro, che compose la lettera proemiale di Filomusio. Vi ricordate ancora l’allarme che presero poeti, librai, letterati, al primo sentor ch’essi ebbero di tal novità portentosa? Vi furono conferenze, uffizi, progetti, trattati, affin di prevenire quell’attentato inaudito, e non vi mancò qualche perfidia, delle cabale, dei sottomani, e tutta la traccia d’una congiura di Bruto contro del nuovo Tarquinio violatore della pudicizia della vostra poesia. Non era ancora comparso questo libro fatale, che già si minacciava sulla sua nascita da tutte le costellazioni, e più d’una cometa annunziava ruine stragi e vendette.


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Lettere Virgiliane - Lettere Inglesi e Mia Vita Letteraria
di Saverio Bettinelli
1758 pagine 205

   





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