Mi sembra ciascun di loro un don Chisciotte(56) che assalta i viandanti e, sotto pena della vita, gli obbliga a confessare che la sua contadina di Toboso è la più bella tra tutte le principesse della terra. Io non so come, ma certo è Dante, tra i nostri poeti, come il vostro magnifico Hanniman(57) dei vecchi romanzi inglesi, al quale si attribuiscono gran miracoli e gran misteri senza altra ragione che una magica forza d’incanto. Ma, per tutto ciò, che fareste voi nel mio caso? Vorreste voi resistere a don Chisciotte, che dà colpi da matto, o ricusar d’adorare Hanniman, che vi sbrana senza pietà? E così ragionate degli altri pregiudizi dei quali il nuovo Virgilio ha parlato, e prima di lui molt’altri, ma che si denno rispettare, chi vuol viver tranquillo. —
Io lo trovai quell’uom di mondo e di spirito, a questo parlare, che doveva essere in fatto, e lo pregai di farmi vedere i passi degli autori, quando ne avesse agio, e le critiche che egli diceva. Me le promise, e, poco dopo, me gli mandò trascritti da un suo copista, ed io ve li porrò qui appresso(58), perché, al bisogno, ne facciate uso co’ vostri antiquari e pedanti come ho fatto io, facendoli più d’una volta vergognare e tacere con queste autorità troppo degne di riverenza. A finirvi la conversazione che io ebbi con lui, debbo dirvi che fui molto contento delle sue maniere, del suo pensare, del suo sapere ed ingegno e fino gusto in ogni cosa, e gli feci assai conoscere la mia stima, non inferiore a quella di tutta l’Europa per lui.
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