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      Io stampai, poco fa, uno scherzo sulla storia del mare(62), per tentar se, scherzando, poteva scuotere la mia patria dal letargo de’ tanti libri inutili e pedanteschi di filosofia naturale venuta in abuso, ma dovetti tenermi ben occulto, per non incontrare la sorte dell’autore delle Lettere di Virgilio. —
      Queste cose dicendomi ed altre simili, lo lasciai, e con queste vi lascio, amico, a pensare ai casi vostri, concludendo con un’osservazione utile a me e a voi. Il conte sul dipartirmi caldamente raccomandommi di non far sapere agl’italiani queste sue opinioni, avvertendomi che tutto si ridice, si scrive, si stampa e si esagera.
      — Vi protesto e vi giuro — mi disse — che, se mai veggo il mio arcano svelato da voi, mi terrò offeso, come d’ingiuria d’onore, vi dovrò dare una mentita davanti al mondo, e giustificarmi negando e rinegando ogni cosa. —
      Or, se il conte Algarotti si credette in obbligo di far tale protesta, lascio pensarvi, amico, quel che protesta un inglese par mio, se lo tradite. Addio.
      P. S. Rileggendo questa mia, trovo d’averla finita con troppa fretta iersera, perché il sonno (aiutato da qualche bicchiere di punch(63)) mi cacciò a letto. Debbo dirvi che si parlò più a lungo de’ cinquecentisti e dei loro adoratori del nostro secolo. II conte si facea beffe di questa affettata imitazione di quegli affettatissimi imitatori, e concludea che infelici doveano essere que’ quadri i quali non sono altro che copie di copie, e mi disse a un dipresso tutto quello che legger potete nella sua lettera al barone.


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Lettere Virgiliane - Lettere Inglesi e Mia Vita Letteraria
di Saverio Bettinelli
1758 pagine 205

   





Lettere Virgilio Algarotti S. Rileggendo