Dove sono soldati più valorosi e ragionevoli insieme, ove popoli più fedeli al sovrano in soffrir tutto senza lamento, in sacrificare le vite e le fortune per lui, come vediam nelle storie, e cogli occhi nostri? L’odio mio naturale contro le ingiustizie e i pregiudici, m’ha mosso a dirvi anche questo.
LETTERA UNDECIMA
Ma voi mi volete fare intisichire, con la serietà di un commercio da letterato, e con farmi il difensore e disputatore della critica italiana. Vi mando in vece un libro nuovo venutomi alle mani, e stampato a Parigi non è molto, il qual mi pare assai a proposito e giovevole al nostro intento di far ravvedere i pregiudicati italiani. Esso è una Nuova Cucina Francese pel corpo insieme e per lo spirito(101), poiché, con certi alimenti e sughi ed estratti e salse nuove, forma dei piatti e delle vivande che allo stomaco, al chilo, al sangue, e quindi al temperamento, trasmettono spiriti e sostanze e disposizioni a questa e a quella scienza o letteratura più adatte. Con ciò si fanno dei letterati colla sola tavola così imbandita, in cui v’ha de’ cibi per ogni sorta di professione, e si dà per la bocca una educazione e una scuola compiuta in ogni genere. Delle salse, che fanno un politico, delle zuppe, che fanno uno storico, de’ manicaretti, per far de’ buoni oratori, de’ poeti, e così il resto. Voi potreste mettere in pregio questo sistema in Italia, per abbreviare la conversione de’ vostri danteschi o cinquecentisti, dando loro a mangiare de’ buoni pasticci d’estratti di Bousset, di Bourdaloue, di Massillon, o dei brodi forzati a bere colla sostanza d’Orazio, di Virgilio, e anche di Cornelio e di Molière, per correggere la massa indigesta che loro han lasciata tanti pudding(102) del Trecento, o del Cinquecento.
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