Egli vive per dare una mentita ai fisionomisti lavateriani. Il suo volto presenta tutti i caratteri della bontà, ed è il volto di un fino e consumato briccone. Tribolo è usurajo, mezzano, falsario e compratore di roba rubata. Non si dà tristizia che egli non sia capace di commettere per amore del guadagno. Nondimeno i suoi modi e la sua cera non rivelano punto il suo carattere odioso, e le malvagie abitudini nelle quali è indurato. Sia pur vero e stabilito che il vizio e le turpitudini dell'animo stampano più o meno il loro marchio nella fisonomia dell'uomo: Tribolo è un'eccezione alla regola, una verità meravigliosa, un fenomeno singolare. Egli domanda il sessanta per cento con una gentilezza ammirabile, accompagna una proposizione diabolica con uno sguardo soave, nega la verità con un suono di voce armonioso, e ordisce una furfanteria senza alterare la serenità della fronte. Neppure i rabuffi e gli strapazzi ai quali è soggetto possono intorbidirlo; e dare ai suoi lineamenti una contrazione disgustosa. Quando è chiamato in giustizia, egli si atteggia sempre come un pover uomo calunniato, come una vittima innocente e rassegnata. Le varie condanne che ha subito non valsero ad emendarlo, ma a renderlo più cauto e più sbirbato nelle sue imprese. Tribolo esercita l'usura in piccolo, vale a dire impresta delle somme sottili e restituibili a brevi scadenze, ma l'interesse non manca di essere enorme. Un povero falegname, per esempio, abbisogna di trenta lire onde comperare delle assi?
| |
Tribolo Tribolo Tribolo
|