Suvvia, non esagerate il bene, e non dissimulate il male. Certamente Milano ha una quantità di stabilimenti filantropici e di buone istituzioni che nessun'altra possiede. I ricoveri dei bambini lattanti, gli asili dell'infanzia, le scuola elementari dominicali, quelle di arti e mestieri, gli orfanatrofi, gli ospizi d'ogni maniera, il patronato pei liberati dal carcere, i luoghi di ritiro per la gioventù pericolante, gl'istituti elemosinieri, ed altre emanazioni della carità milanese sono invero sante provvidenze e meritevoli d'ogni benedizione. Tuttavia siamo lontani che tutti i bisognosi possano o vogliano parteciparne, e quindi lontani che la miseria e il mal costume siano distolti. Su tale argomento non bisogna dunque illudersi nè illudere gli altri. Lodiamo pure la generosità di chi ha innalzato e di chi mantiene questo grande edificio della pubblica beneficenza. Diciamo pure i mali che previene, i disordini che ripara, e le lacrime che asciuga, ma nello stesso tempo facciamo noto che il rimedio non è abbastanza efficace nè generale. Molto rimane a fare per vantaggio della classe povera, e le sue condizioni materiali e morali non arrivano ancora a quel grado di miglioramento che si può ragionevolmente sperare. Questa verità si deve dirla francamente, non per fare uno sterile lamento, ma per illuminare i benefattori del popolo sulle piaghe ancora esistenti, e per infervorarli sempre più nella santa opera di risanarle.
Al S. Michele del 1854 un muratore venne ad abitare due camere in questa casa, non sapendo probabilmente come fosse infetta e malaugurata.
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Milano S. Michele
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