Pagina (19/106)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Animo dunque, prepariamo la cena. Tu, figlia mia, ti farai un po' di caffè e latte per riscaldarti lo stomaco, e noi, che siamo sani mangieremo pane, formaggio e pomi di terra. Un tantino di caffè ed un bicchiere di latte ci debbono essere ancora, e queste sono tre once di zucchero greggio, colla solita carta turchina, che, in fede mia, potrebbe contenerne il doppio. Suvvia, diamo mano alla faccenda... ma voi non avete acceso il fuoco, mi pare. Sebbene io sia mezzo orbo, dovrei pure veder luccicare qualche cosa là verso il focolajo. Sì, sì, oscurità perfetta, da quella parte, nulla che somigli ad una bragia. Ma voi non dite una parola? Oimè! vi asciugategli occhi? In nome del cielo, perchè piangete quando io venga a casa coll'occorrente per la cena? Che cosa vi è accaduto? Parlate. -.Antonio si lasciò andare sopra ima sedia, e stette ad ascoltare l'accaduto.
      - Gesummaria! esclamò egli dopo udita la rivelazione, alzandosi tutto sconvolto ed agitato. La mia Cecilia ha potuto inclinare l'orecchio alla voce della seduzione, e consentire di perdere la sua innocenza! Non era il vizio, è vero, che ti persuadeva al passo disperato, ma il dolore delle tue e nostre sofferenze. Nondimeno era egualmente una tentazione del demonio, e la tua caduta non avrebbe avuto giustificazione alcuna presso la gente dabbene, perchè si deve piuttosto morire che diventare colpevoli ed infami. Come avresti tu potuta godere un bene procurato col traffico della tua virtù? Con qual animo avresti offerto a tua madre, ai tuoi fratelli, a tuo nonno un sussidio procacciato con tal mezzo obbrobrioso?


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Tre racconti sentimentali
di Paolo Bettoni
Borroni e Scotti Milano
1855 pagine 106

   





Cecilia Antonio