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      Sieno pure i tempi infelici e caro fin che si vuole il vino, ma gli ubbriaconi trovano sempre il modo di soddisfare il vizio. In una stanza appartata siedono ad una tavola due personaggi con davanti un gran fiasco di vino, un piatto di salame, un pollo arrosto, un pezzo di torta, ed altre squisitezze gastronomiche. L'uno è Tribolo, e l'altro il ricco bottegajo, che celebrano la buona riuscita della loro impresa. Tribolo ha l'aria gioiosa e trionfante di chi ha riportato una vittoria. Egli mangia con tanto appetito e gradimento, che è un piacere a vederlo. Fra un boccone e l'altro mostra dello spirito, e dice una barzelletta allusiva alla prossima felicità del suo anfitrione, il quale è tutto ringalluzzito, e schizza faville dagli occhi infiammati e dalle guancie porporine. Costui mangia poco a motivo dell'amoroso vulcano che gli arde di dentro. L'idea che domani stringerà fra le braccia una fanciulla di sedici anni, bella e pura come una colomba, lo agita tutto quanto, e gli fa perdere l'appetito.
      E perchè si è fatta tanto pregare quella cara tosa, domandò egli movendo le grosse labbra come se assaporasse qualche cosa di delizioso. Sai tu che sono quaranta giorni che sospiro per lei?
      Lo so, rispose Tribolo, dopo aver vuotato un bicchiere colmo fino all'orlo, e preparandolo ripieno per una nuova ed imminente libazione. Lo so certamente, perchè io medesimo ho sospirato tutto questo tempo per una ragione, ben intesi, diversa dalla vostra. Quanti raggiri ho dovuto adoperare, quanta fatica mi ha costato il persuaderla!


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Tre racconti sentimentali
di Paolo Bettoni
Borroni e Scotti Milano
1855 pagine 106

   





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