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      Un giorno si vociferò che avesse avuto un duello per un intrigo amoroso, e che fosse rimasto ferito in una spalla. Tutto ciò era la pura verità. Intanto il cavaliere diventava ricco a misura che il conte si rovinava. Quel mariuolo aveva già comperato delle possessioni, e collocato delle somme sopra la Banca dello Stato. Allorquando vide che l'amico si riduceva a mal partito, e che poco o nulla poteva più rubargli, andò a viaggiare in Germania sotto pretesto di qualche affare, e lo piantò. Un colpo di fortuna inaspettato rifece al conte le ricchezze che aveva dilapidate. Un suo vecchio zio materno, che abitava in Baviera, venne a morire, lasciando un solo figlio celibe di circa trent'anni. Costui, rimasto appena senza padre, cadde un giorno da cavallo e perdette sull'istante la vita. Non avendo fatto testamento, i suoi molti beni furono ereditati dal conte, che era il solo suo parente. Non sarebbe stata questa una bella occasione di aprire gli occhi sui proprj disordini, e di mettere giudizio? Ah, quando le male abitudini sono radicate, non si dismettono più! Egli incominciò a divertirsi come prima, anzi più di prima per compensarsi delle strettezze e delle privazioni in cui aveva vissuto forzatamente per qualche tempo. Il cavaliere, avendo saputo il fatto dell'eredità, fece ritorno dalla Germania e si rimise al suo fianco per pelarlo di nuovo. Così in pochi anni andò al diavolo anche il milione ereditato, e allora il cavaliere disparve per sempre. Ecco il conte ridotto quasi al verde, abbandonato dai parassiti e dalle donne, beffeggiato da tutti, e per giunta malandato di salute.


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Tre racconti sentimentali
di Paolo Bettoni
Borroni e Scotti Milano
1855 pagine 106

   





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