Leonardo vi aveva preso in affitto due camere, e fattele mobigliare decentemente, servivano di ritrovo a Faustino colle sue amanze. Un ripostiglio praticato nel muro conteneva una ricca provvigione di commestibili e di bevande, provvigione che veniva rinnovata di mano in mano che si consumava. Quelle camere erano il teatro della corruzione e delle orgie di Faustino. In esse aveva dato l'addio alla sua innocenza. Quante ignote commozioni, e quanti arcani turbamenti vi provò la sua anima! Quai dolci tremiti, e quali ansie dilettose! Come arrossiva il suo volto alle carezze della prima donna da lui avvicinata! Gli inviti della voluttà contrastavano nel giovane colle ritenutezze del pudore. Era mille volte più bello della donna invereconda e provocatrice. Ben presto le timide esitanze del novizio fecero luogo all'arditezza dello sperimentato. Le più belle giovani di facile conquista si avvicendavano da un anno a' suoi piaceri, e avevano creato in lui, ciascuna coi propri vezzi particolari, una somma d'impressioni e di memorie, che sogliono accendere maggiormente la concupiscenza, e fare più acute le voglie. Ad un'ora di notte Leonardo e Faustino comparvero in queste camere, e si diedero a preparare la tavola per una delle solite cene. Indi a poco si presentò Marietta saltellando e canticchiando una canzone. Levatasi il cappellino e la mantiglia, lasciò vedere una chioma corvina di stupenda abbondanza e lucentezza, e due spalle paffutelle e graziosamente tornite. Questa creatura, di freschissima età, era il tipo della bellezza vivace, ardente e risentita, aveva la carnagione bruna, egli occhi neri scintillanti d'una spagnuola dell'Andalusia.
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