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      Ah, Leonardo, io mi persuado che l'abuso dei piaceri è la vera causa della mia infermità. I medici non sanno e non indovinano niente.
      - Essi però ti curano bene, come se sapessero e indovinassero tutto.
      - Ah, perchè non ho ascoltato le tue ragioni! Perchè mai ti ho costretto a fare la mia volontà! L'amore che tu mi portavi ti ha chiuso gli occhi e reso incapace di resistermi più fermamente. Ma io ti assolvo della tua condiscendenza, e mi accuso come il solo colpevole. Quando sarò guarito, non avverrà più che tu debba secondarmi nelle mie intemperanze, perchè non voglio più commetterne. Le sensualità, alle quali mi sono abbandonato, non meritano il nome di piaceri, ma producono il disgusto ed il dolore. Ah, i veri piaceri sono quelli di un amore virtuoso e conducente ad una santa e stabile unione. Io mi prometteva di gustarli, ma la fortuna mi è stata contraria al loro conseguimento. Tu non sai che Luigia è destinata ad altri.
      - Vi è luogo a sperare ancora.
      - Che dici?
      - Tuo zio non ha fatto il ragionamento che fo io. Potrebbe darsi che il padre di Luigia, quando la saprà innamorata di te, cambiasse consiglio per non renderla infelice. Bisognerà pur vedere il grado di resistenza che opporrà la fanciulla ad un matrimonio contro suo genio. La resistenza io credo che sarà grande come l'amore che ti porta. La speranza dunque non ti abbandoni.
      - Ah, quanto mi consolano le tue parole! Rimane a vedersi se io guarirò.
      - Senza dubbio tu guarirai. Nutri soltanto la fiducia, e tieni l'animo in calma.


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Tre racconti sentimentali
di Paolo Bettoni
Borroni e Scotti Milano
1855 pagine 106

   





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