Il lusso. come il più sicuro, ed il più aggradevole mezzo per tenere i sudditi nella servitù è portato dagl'italici despoti in palma di mano; e col danaro dal cittadino annualmente pagato, che senza darne il menomo conto spendono e spandono, la voglia dell'oro in tutti i cuori fan nascere; imperciocchè con quello premiano le azioni che al sostegno del loro potere credono vantaggiose e fanno l'oggetto della publica considerazione tutto nel possedimento di ricchezze consistere; qualunque altro mezzo di ricompensa, perchè potrebbe col tempo idee forti e generose risvegliare che alla lunga metterebbero il trono in rischio di essere rovesciato, paventano; epperciò il perno sul quale tutta la macchina dello stato si aggira, è l'oro; ed i tiranni la migliore e maggior parte della nazione spogliano per la minore la più vile ma ligia al loro potere arricchirne; laonde con un ben stabilito giro di moneta, con le tasse e col fisco fanno sempre una più grande quantità di numerario in cassa rientrare, di quanta stata sia da loro all'immoralità per lo stipendio del vizio e l'avvilimento della virtù prodigata. Quale dunque non dovrà essere il cordoglio di quell'Italiano, che il pagamento di tante pesantissime tasse pel salario de' suoi carnefici seriamente consideri? Tutte ordinate dal solo capriccio del despota, che nè delle fondiarie, nè dalla carta bollata, nè di quelle sui mobili, sulle porte, e finestre, sul vino, sui comestibili di ogni specie etc., nè di mantenere a suo conto, il giuoco della lotteria pel quale migliaia di famiglie si rovinano ed evvi il certo guadagno pel governo, non ancora soddisfatto, vende pur anche per suo esclusivo profitto il tabacco, sale,
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