Cosė faranno pure gl'Italiani attuali, cui se forse manca per ora l'arte, non manca certamente il valore, migliaia d'esempi non meno degli antichi tempi, che dei moderni potrebbersi citare, tutti la bravura italiana comprovanti: non meno gagliardi nell'esecuzione, che abili a comandare, e ben dirigere, figurarono essi brillantemente nelle file francesi, ed al buon successo delle conquiste di Napoleone, pure nostro compatriota, perchč nato italiano, assaissimo cooperarono; e di quanti generali ed uffiziali superiori distintissimi, che le pagine della gloria francese illustrarono, quel paese nelle sue produzioni, da pių di tutti gli altri, non gli ha per avventura forniti? Non era forse Italiano quel maresciallo Massena, figlio prediletto della vittoria, dopo Napoleone il miglior duce degli eserciti francesi? E i Rusca, i Fresia, i Seras, i La Villa, i Pino, i Lecchi, i Zucchi, i Severoli, Pejri, Eugenio, Mazucchelli, Rossaroli, Russo, etc., e tanti e tanti altri prodi, e valorosi guerrieri, non meno abili, non meno celebri dei migliori generali francesi, che se non sopravvanzarono al certo viddersi, pių che del pari all'acquisto della gloria valentemente camminare? Quei sciagurati che per le funeste sconfitte di Rieti e di Novara dovettero all'ingiusta taccia di codardia soggiacere, mentre tutto da mala direzione, e vicendevole invidia dei capi proveniva, non provarono essi tanto in Ispagna, che in Grecia con tratti maravigliosi di uno straordinario valore, non essere di quella nefanda imputazione meritevoli?
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