Ma quanto assurde e prive affatto di fondamento sieno tali obbiezioni, provare nel corso di questo capitolo speriamo, e che precisamente anche più della Spagna trovasi a quel modo di guerreggiare, il nostro territorio idoneo, e solo per ora quella ferma volontà, ferocia, attività, e pertinacia mancare, che dal popolo spagnuolo furono nella guerra dell'independenza in grado eroico manifestate, onde trarre degl'immensi vantaggi profitto, che le nostre montagne ci forniscono, intendiamo di fare ad evidenza conoscere. L'Italia, dice un commendevole autore, in forma di umana gamba con la parte più larga di se verso il settentrione; unita all'Alpi, che dalla Francia e dalla Germania la disgiungono, e difendono; tutta per lo lungo s'immerge nelle acque, bagnata per tre lati dal mare, cioè dall'Adriatico e dal Ionio a levante: dal Tirreno e dal Ligustico a ponente, e a mezzodì dal Zonio e dal Siculo; nel cui stretto sporge l'estremo del piede formato dalla Calabria. A lei dunque serve di fossa il mare, di mura l'Alpi, e di trincee inespugnabili l'Apennino che da un capo all'altro scorendole sul dorso, la divide per mezzo, e poi verso il fine in due rami si sparte che vanno l'uno ad Otranto e l'altro verso del Faro; la sua lunghezza, presa dal ducato d'Aosta sino a Reggio di Calabria, è poco meno di mille miglia; la larghezza, dalla bocca del Varo sino all'Arza, e di cinque cento; e nel mezzo, cioè intorno a Roma, di cento e cinquanta. L'esser poi ella situata nel mezzo della Zona temperata, tra il quarto e il settimo clima, le fa godere un aria temperatissima e salubre sotto un clementissimo cielo: dove una superficie alla guerra per bande più addattata, puossi per avventura rinvenire?
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