Era massima degli Spartani e da loro, negli affari di stato, e della guerra, seguita, di far maggior caso dell'astuzia, e superchieria, che del coraggio e lealtà; e Plutarco alla pagina 238, delle istituzioni Lacedemoniche, dice che quando gli Spartani, alla finezza ed industria de' loro generali, la vittoria dovevano, in rendimento di grazie, immolavano un bove, ma quando credevano di doverla solamente al loro coraggio, ed alla forza dalle armi, di sacrificare un gallo si contentavano. Con quest'uso in apparenza bizzarro, volevano gli Spartani, all'impiego dell'astuzia, piuttostochè della forza aperta, i loro generali assuefare: l'oggetto a cui mira il cittadino armato, dovendo sempre essere quello, di tutti i nemici, che opprimono il suo paese, sterminare, sarà l'uso di qualsivoglia cosa indistintamente, purchè a quelli possa nocumento arrecare, per lui onorevole; epperciò d'impiegar l'armi, il raggiro, l'astuzia non meno, che l'uso proprio una volta delle barbare nazioni di avvelenar le freccie, per la maggior quantità possibile di nemici levar di vita, e come conveniente mezzo tutto quanto ad ottenere il suo fine lo porti, quale opera onorevolissima e degna della maggior laude valuterà, l'avvelenamento delle farine, dei pozzi, e delle fontane, non meno, che il destro cogliere d'attaccare(72) individualmente il nemico quando abbandonato a fallace fidanza, può in un tranello cadere, ed alla spicciolata i soldati avversari trucidare, sono modi tutti che possono per avventura(73) al militare d'un esercito regolare disdire, ma che commendevoli, e di grande onore debbono pel cittadino liberatore della patria essere riguardati.
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