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      Il quale, a seconda dei progressi dell'opinione in quella penisola, dev'essersi fatto considerevolmente maggiore. Laonde non sarà a quelle congreghe molto disagevol cosa, di mettersi con uno o più uffiziali, per reggimento, in contatto, ed a quei militari accostandosi, che per la rettudine del loro pensare, la prudenza del loro agire, o l'energia del loro animo essere idonei alla difesa della patria, hanno per certissimo; nella lega dei cittadini italici, prontamente annoverarli.
      Abbiamo detto uno, o più uffiziali, siccome siamo persuasi non esser di tanto nei reggimenti insinuarsi, ed allargarsi con molti di quelli in parole, per riescire, necessario; e che anzi crediamo addursi per tal modo troppo in forse, l'indispensabile segreto, e portiamo opinione, che uno, o pochi uffiziali scelti con precauzione, e dotati delle qualità convenienti per trar con loro il giorno stabilito, il reggimento intero, o una gran parte di quello, sia quanto si richiede, quand'anche uffiziali superiori non siano, ma solo sagaci, fermi, prudenti, la stima godano dei soldati, ed abbiano in somma, influenza e buon nome.
      In prova di questa nostra(91) asserzione, alcuni particolari accenneremo della condotta di un uffiziale piemontese, a quel reggimento appartenente, che il primo in Alessandria per la libertà, ed indipendenza italiana si mosse, e quello fù, che nella mattina del 10 marzo, entrò alla testa del reggimento nella cittadella d'Alessandria. Pel corso di varj anni, il modo di cooperare alla liberazione, ed unione d'Italia, questi seco divisava; altro nella sua positione, non poteva rinvenirne, se non quello di affezionarsi i soldati, onde essere da quelli nel giorno pericoloso del tentativo ajutato, e sostenuto; tre continui anni a tal uopo, il suo tenor di vivere dirizzò; chiaro, sincero, ed animoso, nel trattare con ognuno; ma cupo simulatore in ciò, che poteva al suo proponimento aver relazione, ben lasciava i suoi italici sentimenti, il suo amore alla libertà, ed independenza italiana traspirare, ma con avvisamento, e circospezione tale, che pensieri affatto inerti, e solo desiderj, come quasi ineseguibili da lui stesso riputati; ed al dovere di buon servitore di chi reggeva il Piemonte, posposti comparissero; nell'esecuzione del proprio dovere puntuale, ed attivo, contro i negligenti, ed infrattori dei regolamenti di disciplina, severissimo si demostrava; come quello, che il condiscendere al rilasciamento di quella, essere il vero modo di affezionarsi il soldato, non credeva, poichè questi la condiscendenza de' superiori, come una dimostrazione, d'affetto per lui, non interpreta, ma bensì a da pocaggine, e trascuranza del proprio dovere, glielo appone; se ne prevale, epperciò(92) sfrenato, licenzioso, e disonesto, diventa; cessa la subordinazione, ed il dovuto rispetto; nello stesso tempo la stima perde, verso il suo superiore, e quindi l'affetto, che n'è la conseguenza; epperciò chi d'averlo in tal modo reso ligio alla sua volontà s'immagina, trovasi nel giorno del cimento messo dal soldato, in abbandono, perciocchè debole, ed incapace vien reputato; e quel soldato ch'egli credeva guastandolo, far suo, è costretto di vederlo nel momento critico sotto la direzione di un altro severissimo, accorrere, perchè da lui più energico ed attivo considerato.


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Della guerra nazionale d'insurrezione per bande applicata all'Italia
di Carlo Bianco di St. Jorioz
1830 pagine 508

   





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