Ecco abbozzata la regola di procedere d'un uffiziale cospiratore, che voglia fermamente il reggimento a che appartiene, in favore della causa della patria portare, sebbene siasi in ristretto esposta, e per l'amor della brevità, molte, e molte delle sue operazioni siano da noi state sotto silenzio passate. Crediamo quei cenni però bastevoli, onde dar a divedere la vera via, che per giungere a tale scopo percorrere si debba; e senza mancare alla verità, e senza raggiri bassi e comuni, colla sola perspicacia, prudenza, ed una volontà ferma, e costante, un felice compimento di magnanimi divisamenti ottenere.
Esposto come debba un militare a quell'uopo le sue azioni dirizzare, il quale in una assai più dilicata posizione, di qualunque altra persona si trova; con molta maggior facilità, un impiegato civile, un uomo independente, potrà quella parte delle sopra indicate regole, che gli compete seguire, e ad effetto la grande impresa felicemente perdurre. Sovvengansi però sempre, il cospiratore, le congreghe, le leghe, tutti insomma coloro, che in segreto al fine di preparare lo scoppio generale si adoperano, che la prudenza, l'attività, lo zelo sono alla riuscita necessarie, ma che non bastano se non sono con l'ostinazione unite. La cospirazione perciò dev'essere perpetua, se un tentativo fallisce nel suo effetto; se un ben combinato movimento è scoperto; se una parte dei cospiratori viene arrestata; se altri sono mandati al supplizio; nulla di tutto ciò deve indurre i rimanenti, di cospirare di nuovo a rinunziare, ma cambiando le forme, i segni, coi quali fra di loro si riconoscono, sbagliata, scoperta, distrutta, una cospirazione, deve a quella immantinenti un'altra(109) conseguitare, e sempre maggiore, e più di prima formidabile rinascere; a capital delitto devesi la cessazione delle pratiche, finchè un solo rimanga dei collegati, ascrivere.
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