Quando ad esporre, qual metodo di guerra, venir debba per un paese trascelto, s'intraprende, d'uopo è la sua fisica, morale, e politica situazione non meno, che l'attitudine sua a questa piuttosto, che a quell'altra guerra favorevole, farsi a minutamente investigare. E siccome sopra il miglior metodo di guerreggiare, anzi il più utile, ed efficace da noi divisato, ed il solo atto a promettere agl'Italiani un certo risultamento, è nostra mente di tenere un fondato discorso, non possiamo a meno di non dare della moderna ed antica tattica, un rapido abbozzo; e nè l'una, nè l'altra, di essere agl'Italiani vantaggiosa, col mezzo di chiari, e convincentissimi argomenti e storiche prove, assegnare con evidenza le ragioni; imperciocchè ambe, ciò che un popolo insorto non ha, nè può avere, e che per lo contrario abbondante, valevole e ben regolato trovasi nelle mani del nemico, richiedono; converrà dunque alle importanti mancanze riparare, all'arte una differente opporre, ed al tutto supplire con un metodo affatto dissomigliante, ed a rendere inutile quello dell'avversario, conducente; dimostrando che il fine certo, indubitato di tal metodo, sia la vittoria di chi l'imprende; provare la necessità di appigliarsi ad un nuovo metodo, e indicare quale questo per l'Italia debba essere, sarà l'oggetto principale delle nostre disquisizioni nel presente capitolo. Una guerra che devesi dalle regole conosciute della tattica degli eserciti regolari europei allontanare, sarà senza dubbio per riescire in Italia dove mai in sì fatto modo guerreggiossi, del tutto nuova, ed a nessun altro cognita, fuorchè a quei militari i quali in Ispagna, od in quegli altri paesi, dove più o meno quella imitavano, dovettero agli effetti di quel metodo soggiacere; sebbene sia questo nostro sistema sulle operazioni dei summenzionati popoli delineato, si può non dimeno come affatto nuovo considerare, perchè realmente in quei paesi, secondo principj generali prestabiliti, dalle bande non operavasi, ma tutte allo stesso scopo dirette, nei mezzi (perchè non da tutti i condottieri egualmente conosciuti, apprezzati, e concordamente messi in uso), tutta volta differivano; ciò che di molto la buona riescita della contesa prolungò, rese ai popoli la guerra più grave, e dannosa, e soventi volte quando si sarebbe una pronta, e certa vittoria ottenuta, dubbia la mantenne.
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