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      Acquistò il nostro Montecucculli che era di questa scuola a fronte del celebre Turenna, col quale a vicenda una guerra menavano di sottigliezze e stratagemmi, grandissima gloria; Guibert, ci dice, quello essere stato il tempo dei grandi generali, che alla testa de' piccoli eserciti, grandi cose facevano; non pochi miglioramenti nella tattica furono da Luigi XIV introdotti, e la sua guerra piuttosto che altro puossi degli assedj appellare, pochissimi soldati, avveniva, che in quel modo guerreggiando, perissero; andavasi nella fredda stagione agl'invernali quartieri, e di combattere si tralasciava, erano talmente rare le battaglie, che molte volte, varj interi anni in guerra passavansi senza chè neppure a far giornata si portasse il pensiero; tende, magazzeni, impedimenti numerosissimi il materiale formavano d'un esercito, che appena era di muoversi capace, d'enorme spesa all'erario, senza giungere a decisivo risultamento, locchè il più delle volte portava la rovina dello stato, il quale era dalla necessità, senza che i due eserciti avversarj misurati si fossero, a far la pace costretto. Abbenchè un regolar servizio di provianda fossevi stabilito, era quello tanto malamente amministrato, che i viveri distribuiti al soldato pel suo mantenimento, non bastavano, e diveniva un vero flagello dei paesi per dove passava, di altrettanto più danno, e peso, quanto non mai per marcie forzate, ma per regolari alloggiamenti si traslocava. Però fù in quel tempo l'arte dell'attacco delle piazze ad un grado tale di perfezione portato dal celebre Vauban, (che mise in pratica i precetti d'un famoso ingegnere italiano, Francesco Marchè di Bologna), il più lungo, e difficile di tali attacchi, non costava la vita che a pochissimi soldati, e nessuna fortezza secondo quelle regole attaccata poteva di cadere nelle mani dell'aggressore, scansare.


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Della guerra nazionale d'insurrezione per bande applicata all'Italia
di Carlo Bianco di St. Jorioz
1830 pagine 508

   





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