Si adottò pure in quel tempo la funesta e rovinosa massima di portare gli eserciti e le artiglierie ad un numero esorbitante; non v'era propriamente una tattica, per dare a quelle masse un regolar movimento; era il tutto dal genio e talento del generale, che comandava, mosso e diretto; il nostro principe Eugenio di Savoja, riportò giusti encomj, e fù di luminosi allori fregiato in quel modo di guerreggiare.
Comparì finalmente Federico II, re di Prussia, creatore d'un'arte della guerra affatto nuova; inventò l'ordine di battaglia obbliquo, addattò la sua tattica al cambiamento dei projettili, e l'ordine profondo, e serrato fù da lui con l'ordine sottile e disteso, surrogato; non dovevano più i generali di quella scuola, aver per iscopo di rompere il centro, ma bensì di estendere le loro posizioni per girare uno dei corni dell'esercito nemico; il suo sviluppo prevedere, e facendo delle ingannevoli dimostrazioni da una parte, su quello lasciato incautamente sguernito, con maggior forza cadere, trarre da tutte le combinazioni, che potevano essere al nemico dannose, giudiziosamente profitto, e col mezzo di ben dirette evoluzioni, farlo cadere con avvedutezza, nell'inganno; un corno del suo esercito avviluppare, e prendendolo per tal modo a rovescio, dare di mano, in mano, addosso alle varie separate porzioni de' suoi combattenti, e nella confusione dall'essere presi alle spalle cagionata, distruggerle; far valere le artiglierie, in modo collocandole, che unitamente agli schioppi, il loro fuoco dai lati al centro incrociassero in modo che se l'avversario di portarsi all'urto dell'arma bianca divisasse, rimanesse prima d'avvicinarsi, distrutto; e se mai fosse per arrivarvi, malgrado il fuoco, abbastanza felice, giunto al cozzare, troppo maltrattato, e dalle gravi perdite di tanti uomini indebolito, dovesse sotto le bajonete d'un corpo intatto, in isfinimento cadere, che a suoi piedi malgrado l'eroico suo valore lo seppellisse.
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Eugenio Savoja Federico II Prussia
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