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      Neppure crediamo essere un movimento simultaneo generale da sperarsi, perchè tante sono le difficoltà particolari a ciascheduno stato, città, luogo, dove di fare si tenta una rivoluzione, tanti gli avvenimenti che possono il meglio combinato movimento, non solo ritardare ma ben anche sventare; tante le contrarietà inaspettate fra gli stessi speziali elementi d'azione, facili a sorgere, che uno scoppio simultaneo in uno stato, provincia, o distretto non solo, ma in una stessa città può dirsi difficile, anzi quasi impossibile. E parimenti in uno così esteso spazio come la penisola italiana, in dieci stati differenti divisa, che dieci centri sono di governo, di polizie, di carabinieri, di spie, etc., tutti a render nulli gli sforzi di quegli eroi, che una rivoluzione intraprendessero, intenti, tal cosa non è da sperarsi, e non potrassi mandar ad effetto. Ammirabile, da desiderarsi, e degno in vero di un popolo energico, e di gran mente un vespro italiano, contro i Tedeschi e partigiani loro, certamente sarebbe; da quelle macchie, che fanci vergognare ci sbruttarebbe; in un istante avremmo delle grandi ingiurie; finora per la nostra dappocaggine sofferte, giusta, e memorabile vendetta, e per la gloria di tal fatto, verebbeci aperto il cammino a ben fondata, e durevole felicità. Ma quei grandi avvenimenti degni d'un popolo d'eroi, difficilmente si ripetono, ai quali pure l'estesa superficie del nostro paese si oppone. Quei sessanta mila uomini dunque, che riuniti, ordinati, e ben comandati, e coll'andar del tempo aumentati, sarebbero di battere, vincere, e distruggere i nemici d'Italia, capaci; non potendo per un simultaneo movimento riunirsi, sono in oggi, attesa la loro posizione, di poco, o niun conto in massa, per una guerra regolare, da considerarsi; altro con fondamento a sperar non rimanci, se non che venga da uno, o più stati, la bandiera della patria, inalberata, e che successivamente da un paese ad altro estendendosi, la rivoluzione si renda generale; ma prima di lasciarla a quel felice punto arrivare, i nemici del paese, le loro forze tosto riuniranno, loro agevol cosa sarà di poter di cento mila combattenti disporre, la confusione, e debolezza di tutti i principj dei cambiamenti politici inevitabili, sarà da loro ben calcolata, e messa a profitto, ed acciocchè non prenda il nuovo sistema incremento, e non si consolidi, sopra lo stato insorto, con tutte le loro forze pi


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Della guerra nazionale d'insurrezione per bande applicata all'Italia
di Carlo Bianco di St. Jorioz
1830 pagine 508

   





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