Percorrendo l'istoria della rivoluzione di Francia, che tutta unita, con un solo centro, si trovava in una situazione politica assai dalla nostra differente, e che al primo scoppio quando le fù notificato il trattato di Pilnitz, tre milioni di cittadini armati, ed equipaggiati contava, per la difesa della patria iscritti, noi vediamo chiaramente che con mezzi eziandio così formidabili, con un entusiasmo così manifesto, e generale, la prima colonna di truppe sotto gli ordini del generale Biron, uscita contro la colonna tedesca comandata dal generale Beaulieu, quando al campo, di Boussie, si trovò per la prima volta in faccia al nemico, senza venir alle mani, ma sul semplice dubbio di essere attaccata, si diede ad una precipitosa fuga, perdette tutti i cannoni, lasciò moltissimi prigionieri, ed una parte della truppa non si fermò fino a Valenciennes, e l'altra al campo di Famars alla sfilata si rifuggì. E nello stesso tempo, il maresciallo Teobaldo Dillon, uscito di Lilla con dieci squadroni, sei battaglioni, ed i competenti cannoni, dirigendosi verso Taurnay, sulle alture di Marquin, s'incontrò col generale austriaco d'Happoncourt alla testa di soli tre mila uomini. Dillon in vece di attaccarlo sebbene fosse di molto superiore in forza, misesi in ritirata, ma pur non dimeno sorpresa la truppa francese da un subitaneo terror panico si sbandò, e fra urli, e grida, se ne fuggì a Baisien, dove impiccò il colonello del genio Berthois, e mise il maresciallo Dillon con le bajonette in brani, ambedue sospetti di tradimento; Il generale Gouvion, attaccato all'improvviso a Glisuelles dal generale Clairfait, avrebbe avuta la stessa sorte, se non fosse giunto a tempo in suo rinforzo, il generale Lafayette, che ristabilì il combattimento.
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