Quando per mezzo di quel sistema delle bande, che debbonsi progressivamente estendere, ed aumentare, renderassi generale il fuoco, allora, tutte le nazionali energie si spiegheranno; tutte le opinioni saranno allo stesso scopo dirette; tutte le azioni al gran progetto concorreranno, ed a quell'insensato nemico, che di trionfare si lusingasse, altra sorte non rimarrebbe, che di perir con vergogna.
Dai computi statistici communi ben si sà, che quando una intiera nazione vuole mettersi in campo, può sopra il venti per cento di cittadini abili alla guerra, e capaci di sostenere le fatiche, fondatamente calcolare; dal quale computo si trovano le donne, i vecchi, i fanciulli, gli infermicci, ed i malconformati, dedotti, dai quali tutti, in una guerra come questa, si può una valevole, ed efficace cooperazione benanche sperare. Ben puossi da tal calcolo agevolmente vedere, che dai venti milioni d'Italiani, se ne potrebbero quattro milioni, robusti, forti, ed abili a combattere, con successo, senza grave difficoltà estrarre. Ora noi vogliamo, che la metà e intiera di questa immensa somma si deduca, nella quale sia la porzione d'Italiani, che forse parteggierà pell'avversario compresa, non meno, che gl'indifferenti ed egoisti, i lenoni, ed istrioni, tutta gente, in rivoluzione anzi nocevole, che vantaggiosa: numero da noi creduto, anzi esagerato, che no, perchè difficilmente, uno potrà darsi a credere, che due milioni di persone atte a guerreggiare, nate in Italia, sopportino senza risentirsene e cercarne vendetta, lo scorno della patria, ed anzi una parte di loro per tenerla derelitta in servitù dello straniero, si sforzi!
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